A partire dal 2015 Lorenzo Guasti e Giovanni Nulli hanno studiato ciò che accade quando una scuola decide di allestire, al proprio interno, un Makerspace o un FabLab.
Il lavoro di ricerca è nato da una ricognizione nelle scuole che ha coinvolto tutto il territorio nazionale durante la quale i ricercatori hanno visitato le scuole che in quel momento avevano un laboratorio attivo che corrispondesse alle caratteristiche del Makerspace o del Fablab.
Durante il primo ciclo di visite è stato documentato lo stato dell’arte delle scuole coinvolte. Il lavoro è continuato con uno studio del materiale raccolto al fine di individuare denominatori comuni e modelli gestionali replicabili con lo scopo finale di redigere un Manifesto dei Makerspace scolastici e le Linee Guida nazionali.
Grazie alla collaborazione tra INDIRE e EUN il lavoro è stato scalato dal livello nazionale a quello europeo, coinvolgendo tutti i paesi afferenti a European School Network.
Le Linee Guida che infatti si presentano oggi sono il frutto del lavoro svolto a livello europeo. Anche in questo caso la ricerca si è basata su visite alle scuole attive in questo ambito, interviste, questionari qualitativi e quantitativi e analisi dei dati ed estrapolazione di valori comuni da richiedere a coloro che vorranno avviare l’allestimento di un laboratorio di questo genere.
Le linee guida europee, tradotte in italiano, sono un documento utile per il docente o il dirigente che vuole intraprendere il percorso che lo porterà ad allestire, nella sua scuola, un Makerspace o un FabLab, in quanto prende le mosse da situazioni ed esigenze di base, e quindi presenti in tutte le scuole.
La prima parte delle linee guida offre una dettagliata definizione del laboratorio e dei benefici che la scuola ne può trarre in termini di innovazione della metodologia didattica, specialmente nelle attività laboratoriali. In questa sezione si definisce il makerspace, si tracciano i confini entro cui possa esistere. Si cerca di ipotizzare quali attività possano essere svolte al suo interno e riflette sulle implicazioni pedagogiche di questa scelta.
Nella seconda parte si spiega come avviare la procedura di creazione / scelta dello spazio, come reperire i fondi, come allestire il laboratorio e (la cosa più importante) si presentano dei modelli di sostenibilità del progetto perché, se è vero che risulta relativamente facile creare lo spazio, è altrettanto vero quanto sia difficile evitare che lo spazio muoia velocemente, abbandonato dagli insegnanti, invecchiando senza manutenzione e aggiornamento.
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Di Lorenzo Guasti e Giovanni Nulli
Foto Scuola Secondaria di II grado Don Bosco – Borgomanero (NO) (Foto archivio architetture scolastiche)