Il libro nasce da una lunga e articolata ricerca sul campo in cui i ricercatori hanno studiato l’effetto dell’introduzione della stampante 3D nella didattica, specialmente per studenti molto giovani, partendo dalla Scuola dell’Infanzia. 

Applicando un ciclo di design semplice, denominato Think-Make-Improve, nel libro si evidenzia, tramite approfondimenti teorici e pratici, come si possa far avvicinare i bambini alla progettazione, senza che questi si sentano impreparati o inadeguati per un compito complesso. Con il ciclo, il concetto di errore viene contestualizzato come parte del processo di miglioramento dell’oggetto e finalizzato all’approfondimento, attraverso il ragionamento sul processo stesso. 

Il libro, come anticipato, contiene una prima parte teorica, dove si inquadra la didattica maker in un contesto più ampio che trova il suo senso nel costruzionismo di Papert, teoria nel cui ambito si è cercato di capire cosa imparano gli studenti quando sono immersi in ambienti di apprendimento con materiali e strumenti per costruire oggetti, condividerli con i compagni e gli insegnanti. Qui viene visto il ruolo dei cicli design nella comprensione del processo di costruzione e del loro operato. 

La seconda parte, più pratica, presenta una serie di compiti che gli insegnanti possono acquisire ed eseguire in classe. Sono compiti che prevedono il disegno in 3D (ottimizzato per la scuola dell’Infanzia e Primaria) e la stampa 3D. I compiti sono pensati per acquisire competenze spaziali, per rinforzare la lateralizzazione e per risolvere problemi reali in modo semplice e divertente.  

Possiamo concludere che non solo “giocando si impara”, ma anche “inventando si impara” e soprattutto “sbagliando si impara”. 

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Di Lorenzo Guasti e Giovanni Nulli


IC Lucio Fontana di Roma (Foto archivio architetture scolastiche)

La stampante 3D può essere utilizzata per potenziare i processi di insegnamento e di apprendimento nella scuola dell’Infanzia?

Tipologia: Presentazione libro

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