La scuola di via Clericetti, a Milano, è stata la prima struttura in Italia a comprendere il ciclo completo dell’insegnamento secondo il metodo steineriano, dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori.
Accoglie le classi dalla I alla XIII, corrispondenti alla scuola primaria, alla media inferiore e a due sezioni di superiore: il Liceo Scientifico Sperimentale e l’Istituto d’Arte.
Oltre alle aule ospita una mensa, una molteplicità di laboratori e un ampio teatro, cuore della vita della scuola, utilizzato anche per convegni e conferenze.
La presenza del teatro e di un così alto numero di laboratori è motivata dal fatto che la pedagogia steineriana riconosce pari dignità alle materie intellettuali, artistiche e manuali, legate tra loro all’interno di una visione unitaria. Lo sviluppo del pensiero si accompagna a quello di altre dimensioni vitali: attraverso l’attività di mani, cuore e testa si creano le basi per l’evoluzione del volere, del sentire e del pensare.
Grande attenzione è data alla sfera della sensorialità che – soprattutto nell’età della scuola dell’infanzia ed elementare – è essenziale proteggere dalle continue aggressioni cui oggi è sottoposta.
Il modo migliore per far crescere una sensibilità più sottile e raffinata è il contatto con materiali semplici e naturali, perché ricchi di quelle sfumature e differenze che appartengono da sempre alla memoria e all’esperienza umana.
Oltre alle materie previste dai programmi ministeriali, i ragazzi hanno quindi modo di cimentarsi con numerose attività artistiche, artigianali e pratiche, che appartengono al piano di studi comune e vengono svolte da tutti, perché ritenute fattori essenziali per lo sviluppo di una personalità completa.
Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa.
Rudolf Steiner
Scuola dell’infanzia
Gli ambienti della scuola dell’infanzia si ispirano a forme circolari e avvolgenti e offrono sempre riferimenti domestici – come il lavello o la credenza.
A questa età, infatti, la coscienza ha bisogno di essere nutrita di calore e serenità, mentre il naturale impulso dei piccoli a fare e imitare trova risposta attraverso molte proposte di attività, anche di carattere artigianale e domestico.
La sistemazione della classe comprende uno spazio per il gioco simbolico – allestito con cavalletti – e angoli dove sono offerti materiali per la manipolazione e per i travestimenti. I tavoli e le sedie, in legno, vengono disposti all’interno della stanza a seconda delle attività.
Particolare è la scelta di arredi e giocattoli: semplici, di buona qualità, e spesso creati artigianalmente con sostanze di origine naturale. Selezionati con grande cura, si distinguono soprattutto per il caratteristico aspetto ‘non finito’, che chiama l’immaginazione dei bambini a completarli.
‘L’asilo Waldorf è uno spazio costruito in modo artistico, in cui c’è il minor numero possibile di cose finite e il maggior numero possibile di cose ‘create’ dagli educatori, dai genitori e dai bambini stessi.’
Jurgen Flinspach, ‘Un bambino ha bisogno di tempo e spazio per evolversi’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
Le attività della scuola dell’Infanzia comprendono semplici operazioni domestiche come l’apparecchiatura ed il riassetto dei tavoli per il pranzo – che si svolge in aula – e attività più impegnative come la preparazione del pane, fatta una volta alla settimana.
Scuola primaria: l’aula
È il legno a dominare l’atmosfera dell’aula, ampiamente usato per tavoli, sedie, pavimenti, rivestimenti sui muri, sportelli degli armadi e bastoni delle tende.
Le pareti sono trattate con velature colorate, diverse per ogni classe e rinnovate periodicamente grazie all’impegno dei genitori.
Un altro elemento che caratterizza l’ambiente è la presenza delle tende in cotone colorato sulla lavagna e su tutte le finestre.
Nella pedagogia steineriana, che vede lo sviluppo scandito da ritmi settennali, la scuola elementare corrisponde al secondo.
Nel secondo settennio il bambino ricerca il rapporto con il mondo e con chi lo abita; acquista quindi importanza l’educazione dei sentimenti attraverso l’esperienza del bello. Nei primi tre anni di scuola sono fondamentali il ritmo e l’immaginazione, che porteranno successivamente al risveglio di un pensiero più logico.
‘L’arte di crescere uomini liberi’, la Pedagogia Steiner-Waldorf, catalogo a cura della Federazione delle scuole Rudolf Steiner in Italia, 2003
Poiché il bambino a questa età trasforma ciò che vive e incontra in immagini interiori, la dimensione artistica è presente in primo luogo come necessità pedagogica di dialogare con questo bisogno, oltre che come risposta nei confronti dell’istintivo desiderio di bellezza del bambino.
L’apprendimento delle materie principali si svolge a periodi, con cicli di 3 o 4 settimane. All’inizio di ogni ciclo l’insegnante prepara un disegno molto ricco ed elaborato attinente al prossimo argomento che impegnerà i bambini.
La tenda alla lavagna permette di preparare la meraviglia per la scoperta del nuovo disegno, o anche di tenerlo nascosto a seconda degli interessi del momento.
Scuola primaria: gli arredi
Ogni bambino in classe ha una casella dove riporre i propri lavori. I casellari sono tutti in legno.
Il ‘tavolo delle stagioni’ viene preparato periodicamente dall’insegnante e rende manifesta l’attenzione verso la natura – già presente attraverso piantine vive e materiali da combinare insieme. Le composizioni sono animate da piccoli manufatti legati alle storie vissute in quel momento nella classe.
L’abbondanza di materiali naturali – sia nelle proposte didattiche che negli arredi – costruisce un paesaggio sensoriale armonioso e privo di sovreccitazioni artificiali.
…l’aspetto estetico ha una profonda influenza sulla personalità e dovrebbe quindi diventare parte della vita scolastica.
C.Clouder, ‘L’educazione artistica è qualcosa di più che ‘essere creativi’’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
Scuola secondaria
La scuola Clericetti ospita una sezione di scuola media inferiore, una di Liceo Scientifico Sperimentale e una d’Istituto d’Arte. Le materie scientifiche e umanistiche sono affiancate da quelle artistiche e dalle attività manuali.
Disegno in chiaroscuro, scultura del legno e del marmo, battitura del rame, si aggiungono a musica, falegnameria, tessitura, pittura, euritmia e modellaggio della creta, già praticate dalle prime classi.
Anche il teatro acquista un ruolo sempre più rilevante, con l’allestimento di spettacoli più complessi.
Attraverso il colore i ragazzi segnano e personalizzano la loro aula, realizzando decorazioni e dipinti rinnovati periodicamente
L’educazione privilegia sempre l’esperienza, come momento di sintesi e di elaborazione delle molteplici dimensioni vitali.
Tutte le aule sono contraddistinte da pitture e decorazioni diverse, eseguite periodicamente dai ragazzi. Non solo: lo spazio della classe è personalizzato anche dalla presenza di lavori artistici e manuali.
Laboratori
L’attività manuale ha influssi profondi su molti livelli vitali: è anche educazione della volontà e educazione al bello. Non mira a sviluppare talento artistico ma a mettere in gioco tutte le energie della persona, indispensabili per uno sviluppo armonioso.
Ospita anche l’attività di battitura del rame, che viene svolta in alternanza
La scuola ospita laboratori di falegnameria, tessitura e legatoria, modellaggio della creta, lavorazione del marmo e del rame.
Il tavolo del laboratorio di falegnameria, costruito su misura, può ospitare 4 postazioni di lavoro, ognuna dotata di morsa e vano per alloggiare gli attrezzi
Queste attività non hanno l’intento di creare piccoli artisti o artigiani, ma di contribuire allo sviluppo armonico della personalità. Accompagnano la crescita delle capacità espressive e della sensibilità e – attraverso l’azione – educano il pensiero e la volontà.
Mano, cuore e testa, inscindibilmente legate tra loro, meritano la stessa attenzione.
Sugli scaffali a muro sono visibili i telai e le presse, mentre i tavoli – molto grandi – comprendono un piano basso dove alloggiare i materiali d’uso
Altri spazi
Nella scuola trovano posto anche un ampio teatro, una mensa e un’aula per attività destinate a bambini con diritti speciali.
Il grande teatro è un luogo centrale per la vita della comunità. È usato da tutti gli allievi, che ogni anno rappresentano i loro lavori, ma ospita anche incontri rivolti all’esterno come seminari, conferenze e convegni di studi.
I ragazzi dell’ultima classe espongono qui la loro tesi finale.
L’attività teatrale è d’importanza fondamentale nel curricolo, e viene svolta da tutte le classi, a partire dalla prima
I colori alle pareti danno all’ambiente un’atmosfera domestica e un’energia accogliente e vivace al tempo stesso
Giardino
La scuola è circondata da due piazzali e da un giardino didattico, dove è possibile cimentarsi in semplici attività di giardinaggio.
Periodicamente i ragazzi trascorrono alcune giornate presso strutture ricettive esterne, dove arricchiscono le proprie esperienze attraverso la partecipazione ad attività agricole.
Educare i sensi e la volontà
La scuola dell’infanzia
I primi sette anni di vita corrispondono all’età in cui viene educata la volontà e l’organismo sensorio. Per questo motivo viene data la massima attenzione alla qualità di tutti materiali che entrano in contatto con il bambino.
L’oggetto non finito richiama la creatività interiore, è il bambino che deve completarlo
Una delle particolarità di materiali e giocattoli per la scuola dell’infanzia è la mancanza di forti caratterizzazioni e di colori saturi e marcati.
L’indefinitezza è garanzia di uno spazio lasciato all’immaginazione, richiama un atteggiamento attivo, invita la mente a trasformare e completare gli oggetti secondo l’umore del momento.
La culla è un semplice manufatto in legno
Anche gli animali sono privi di caratteristiche marcate
Un’altra scelta fondamentale è quella di impiegare sempre materiali naturali, che con le loro forme imprecise, gli odori, le sfumature di colore, offrono l’occasione di affinare la sensibilità. La semplicità dei giocattoli ne mostra la fabbricazione artigianale e trasmette attraverso i materiali un senso di calore e morbidezza.
Non esistono giocattoli provenienti dalla produzione commerciale corrente, spesso eccessivamente marcati da forme e colori fatti per catturare l’attenzione.
Anche il viso dei bambolotti è appena accennato, perché sia possibile attribuirgli tanti umori diversi.
Il materiale in sé deve solo accennare la storia che sarà il bambino a inventare
I sensi del bambino sono aperti a tutto ciò che agisce su di lui dall’esterno, dall’ambiente, dal mondo degli adulti. Per questo motivo i materiali più adatti allo sviluppo dei sensi sono quelli non finiti…
Jurgen Flinspach, ‘Un bambino ha bisogno di tempo e spazio per evolversi’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
L’essenziale è non dare ai bambini troppe cose, e soprattutto non sempre e solo oggetti ‘finiti’.
Carlgren, Frans; Klingborg, Arne, Educare alla libertà, Filadelfia, Milano, 2000
Il ritmo come maestro
A partire dalla prima classe compaiono gli strumenti per la scrittura e per lo sviluppo del pensiero logico. Il bambino ricerca il rapporto con il mondo e diventa quindi importante l’educazione dei sentimenti attraverso l’esperienza del bello.
La crescita è sostenuta valorizzando e nutrendo allo stesso tempo la manualità, l’intelletto e il sentimento.
A questa età l’educazione del pensiero, che dovrà condurre ad un sano pensare in età più adulta, viene impostata attraverso l’insegnamento per immagini: ciò che ha natura di immagine, infatti, è suscettibile di modifica e può crescere insieme al bambino.
Questo porta ad evitare tutte le definizioni, gli assiomi ed in generale le teorizzazioni tendenzialmente rigide e chiuse. I concetti vissuti come esperienze, al contrario, crescono con il bambino e non si dimenticano.
Altro elemento fondamentale che segna la metodologia di apprendimento è il ritmo, che scandisce il tempo dell’interiorizzazione.
Ciò che si impara può venir dimenticato, perché si evolve in capacità. Il ritmo della memoria e dell’oblio diventa un’impostazione metodologica fondamentale per la formazione delle capacità. La pedagogia Waldorf sostiene questi processi non solo con il ritmo dei movimenti, ma anche con metodi di insegnamento attenti alla natura ritmica dell’apprendimento.
‘Il ritmo, grande maestro dell’educazione’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
Molti argomenti sono proposti secondo un ciclo di tre giorni: il primo giorni i contenuti sono esposti tramite un racconto, il secondo giorno vengono analizzati da tutto il gruppo, in terzo giorno infine ogni bambino fissa sul proprio quaderno parole e immagini.
In tutte le attività si ritrova una particolare attenzione verso la sfera sensoriale: dalla scelta di impiegare noci e conchiglie per le operazioni di matematica, alla preparazione di cibi regionali che accompagna lo studio della geografia.
I bambini sono immersi in un’atmosfera ricca di materiali naturali: legno, lana, cera, la voce come strumento al posto dell’oggetto che riproduce i suoni. Tutto quello che viene dalle tecnologie più recenti è riservato ai ragazzi più grandi.
Il carattere artigianale dei materiali presenti nella scuola permette di controllarne la forma e di selezionare la provenienza dei componenti. In questo modo molte attività manuali trovano anche una finalità: quasi tutti gli oggetti presenti nella classe sono fatti dai bambini o dai genitori.
Scrittura e lettura
Nelle prime classi per scrivere e disegnare vengono usati pastelli e quadrotti composti di una speciale cera che non macchia le mani e consente sia la scrittura sia il disegno.
Non esiste un libro di testo ma un quaderno dove i ragazzi scrivono e disegnano dopo le spiegazioni dell’insegnante.
Nelle prime classi la scrittura è associata al colore e al disegno, e viene realizzata con pastelli e quadrotti in cera.
Il passaggio all’inchiostro nero è graduato da strumenti diversi: dapprima la penna d’oca – con relativo pennino e calamaio – poi la stilografica, per continuare la cura e l’attenzione verso il gesto. Infine si passa alle penne comuni.
A partire dalla seconda o dalla terza, in classe viene allestita una biblioteca
Il pensiero mobile e creativo
La tessitura
Seguire il filo della tessitura, tirarlo a sé e farlo proseguire senza più vederlo mantenendone però il controllo, forma un’esperienza anche inconsapevole che crea la predisposizione a seguire poi una sequenza di concetti in età più grande.
L’utilità pratica degli oggetti è un motivo di gratificazione ma non il fine del lavoro, che è quello di sviluppare una mente aperta e un pensiero mobile, agile e creativo.
La tessitura rappresenta un esercizio che educando la mano educa anche il pensiero. Come tutte le altre attività manuali – pur finalizzate alla realizzazione di oggetti specifici – è occasione per mettere in gioco l’intera energia della persona.
Il filo fatto passare nel piccolo telaio della scuola dell’infanzia diventa filo di lana e poi filo robusto per cucire il cuoio di scarpe e borse: anche i materiali diventano più duri e difficili da lavorare e richiamano un’energia più attiva e consapevole.
Il semplice gesto di guidare il percorso di un filo ripetendolo più volte, anche se non stimola direttamente il pensiero, forma una base e allena a seguire quell’altro movimento – la capacità di percorrere un itinerario logico – che si manifesterà più tardi, con la pubertà, quando sarà il momento di sviluppare il pensiero autonomo.
L’attività di tessitura ha benefici effetti su molti livelli: l’addestramento per il tatto sottile, il coordinamento dei movimenti, la capacità di rimanere concentrati su un’attività per lunghi periodi.
La consapevolezza dell’utilità pratica degli oggetti prodotti, insieme alla loro gradevolezza estetica, genera ulteriore appagamento e gratificazione.
L’educazione passa attraverso gli oggetti e le attività cambiano a seconda dell’età e delle diverse capacità ed energie messe in gioco.
Dai telai – piccoli e semplici – della scuola materna, si passa a quelli circolari della prima classe e in seguito ai primi strumenti per lavorare la lana: stecchi in legno o ferri veri e propri.
Nel nono anno – considerato un momento cruciale per la maturazione dei bambini – si passa ad attività più difficili, come il punto croce con 3 o 4 aghi: il gesto è più raffinato e il pensiero più complesso.
Intorno ai 12 anni si attraversa un’altra fase cruciale: è il momento in cui tutte le capacità costruite finora possono riversarsi al di fuori, per occuparsi del mondo esterno e della conoscenza delle sue leggi.
Si comincia così ad affrontare l’uso di strumenti come telai e macchine da cucire e alla tessitura si affianca una vera e propria attività di sartoria, che porta alla realizzazione di vestiti, borse e scarpe in cuoio.
Educare attraverso la mano
Il modellaggio
Il modellaggio è un’attività didattica fondamentale, ricca di effetti su molti livelli di esperienza: allena alla concentrazione e alla destrezza, e mette in gioco l’energia più profonda. L’offerta di materiali naturali rispetta e sostiene lo sviluppo sensoriale.
L’attività di modellaggio non ha l’obiettivo di sviluppare talenti artistici, ma di accompagnare la crescita attraverso l’esperienza del contatto con i materiali, diversi a seconda dell’età.
La lana colorata è offerta ai bambini dei primi anni. Attraverso i racconti si costruiscono delle immagini, poi rievocate per realizzare delle forme
Le sostanze utilizzate per il modellaggio cambiano nel tempo perché è diversa la qualità dell’energia investita. Nei primi anni i bambini vengono messi a confronto con sostanze calde e colorate come lana e cera, morbide e facili da lavorare.
Verso i 9 anni si affronta la creta che, al contrario, non ha colore, è fredda e umida al tatto, si rompe facilmente e si lavora con fatica. I 9 anni sono infatti considerati una fase cruciale, in cui si abbandona la dimensione più solare e armoniosa dell’infanzia per entrare nel mondo più maturo, dove è necessario lavorare con fatica.
Mentre il lavoro con la cera dei primi anni è istintivo, quello con la creta è faticoso e richiede più consapevolezza.
Nella fatica si dà soluzione ad un’energia, investendola per creare degli oggetti armonici e sperimentando consapevolezza e maturazione.
Più avanti le caratteristiche dei materiali con cui i ragazzi si misurano cambiano ancora: diventano più duri e difficili da lavorare e richiedono più impegno e concentrazione.
Alla semplice manipolazione propria delle prime attività si affianca a partire dai 12 anni l’attività di scultura del legno e falegnameria, svolta nell’apposito laboratorio.
Le mani non sono più sufficienti, il materiale richiede ora l’uso di strumenti via via più complessi per essere lavorato: riga e compasso per tagli e montaggi di precisione e sgorbie per intaglio e scultura. Anche la creta continuerà negli anni successivi raggiungendo livelli più alti di complessità.
Attraverso la costruzione di modelli in legno di graduale complessità, i ragazzi studiano anche la fisica e la geometria
Nelle ultime classi – in un apposito laboratorio – il modellaggio diventa battitura del rame o scultura del marmo. I materiali, duri e ostici, sono adatti al confronto con l’energia di questa età. Richiedono molta fatica, precisione e impegno.
Pratica, scienza e arte
La matematica e la fisica
Lo sviluppo del pensiero logico è accompagnato dall’uso di strumenti costruiti artigianalmente.
Il percorso di apprendimento diventa un’esperienza che coinvolge la dimensione della sensorialità e del fare.
Il disporsi alternato dei fili disegna le moltiplicazioni tra i numeri, esprimendole in figure
Le tabelline dei diversi numeri sono disegnate da fili di colore diverso, che creano forme riconoscibili e sovrapponibili
La pedagogia di questi anni sostiene il principio della ‘comprensione attraverso l’azione’. I compiti pratico-concreti che vengono assegnati sono perciò da collegare, come progetti di laboratorio, con altre materie di insegnamento in modo che la costruzione e la configurazione di un oggetto da produrre risultino chiaramente dalla sua funzione e dalle leggi che ne hanno guidato la realizzazione.
Mathias Riepe, ‘Imparare dalla pratica’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
Arte ed educazione
La pittura
Anche la pittura è un modo per accompagnare lo sviluppo in tutti i suoi aspetti.
Nelle prime classi attraverso il disegno di forme i bambini seguono il farsi di un segno non solo con la mano sul foglio, ma anche con esercizi e movimenti che coinvolgono interamente il corpo.
Successivamente si passa allo studio della simmetria e di figure più complesse.
Nelle classi superiori si affronta il disegno geometrico, e allo studio del bianco/nero e delle sfumature dei grigi.
Lo studio dei grigi vuole portare i ragazzi verso un’attenzione più profonda verso la realtà, fatta di infinite sfumature più che di entità nette e contrastanti.
Le scuole Steiner-Waldorf
La pedagogia steineriana ha origine dal pensiero del filosofo e scienziato Rudolf Steiner, che nei primi decenni del 900 – all’interno di una riflessione più ampia – elaborò un’articolata teoria pedagogica attuandola per la prima volta in una scuola per i figli degli operai della fabbrica Waldorf di Stoccarda. Da qui il nome Waldorf, che ancora distingue questo indirizzo pedagogico.
Convinto della necessità di una filosofia che riconosca la dimensione unitaria all’esperienza umana, Steiner sosteneva che la sfera intellettiva, pratica e artistica hanno lo stesso peso e sono inscindibilmente legate nel concorrere allo sviluppo dei bambini e dei giovani.
L’uomo è collegato in vari modi col mondo, tramite le sue attività fisiche, spirituali e intellettuali. Rudolf Steiner ha sottolineato questo triplice rapporto….rappresentando nel contempo l’interdipendenza tra le tre attività. …Un sano sviluppo di corpo e anima è il presupposto indispensabile perché l’individualità intellettuale possa servirsi degli strumenti a disposizione, cioè divenga attiva. Testa, cuore e mano hanno pari dignità e importanza nello sviluppo di un bambino. Per questo nella pedagogia Waldorf viene favorito in egual modo lo sviluppo delle capacità cognitive, morali e pratico-artigianali.
‘L’uomo è qualcosa di più che anima e corpo’, da ‘Pedagogia Waldorf’’, Catalogo del 44 congresso per l’educazione dell’UNESCO, ed. Freunde R. Steiners, Stuttgart, 1998
In quest’ottica la conoscenza del bambino, cioè dell’uomo in divenire, non si può limitare all’osservazione della sua natura visibile.
Il suo essere invisibile che abbraccia la parte intellettiva e quella spirituale, va tenuto in considerazione alla stessa stregua del suo sviluppo fisico.
Wenzel Gotte, ‘il punto chiave è sempre un sano sviluppo del bambino’, ivi pag. 25
Grande importanza ha il ritmo, che segna l’alternarsi delle attività nel corso dei giorni e nell’anno scolastico, e più in generale definisce la visione globale dello sviluppo dei ragazzi, interpretata secondo fasi settennali.
La pedagogia steineriana è oggi diffusa in 90 paesi di tutti i continenti, con circa 870 scuole a cui si aggiungono circa 1700 asili.
In Italia è approdata nel 1949, e conta oggi 25 scuole – generalmente del ciclo dalla I alla VIII classe, corrispondente alla scuola dell’obbligo – e più di 50 giardini d’infanzia, che hanno avuto un notevole incremento numerico a partire dagli anni ’90.
Dal 1992 esiste la Federazione delle Scuole Rudolf Steiner in Italia, per sostenerne lo sviluppo e curare i rapporti con il Ministero dell’Istruzione e con il movimento Waldorf mondiale.
Scuola e famiglie
A livello pedagogico i genitori hanno un ruolo fondamentale: messi a parte del progetto educativo, sono infatti invitati a collaborare con gli insegnanti ed a partecipare alle riunioni di classe ed alle iniziative artistiche e culturali.
Sul piano gestionale l’impegno si concretizza innanzitutto nell’aderire ad una dimensione partecipativa informale, fatta di attività libere e volontarie come ad esempio il contributo alla manutenzione degli spazi o all’allestimento delle feste.
Da un punto di vista più formale invece, non si parla più di partecipazione ma di una vera e propria responsabilità gestionale: la scuola Steiner di via Clericetti, indipendente da confessioni religiose, appartiene infatti ad una associazione legalmente riconosciuta formata dai genitori stessi degli allievi.
Di Maria Grazia Mura
Referenze
Scuola Steiner per circa 400 bambini e ragazzi da 3 a 18 anni comprensiva di scuola dell’Infanzia, scuola Primaria, scuola Media Inferiore, Istituto d’Arte e Liceo Scientifico Sperimentale.
Ubicazione: via Clericetti 45, 20133 Milano
Per maggiori informazioni sulla scuola: www.rudolfsteiner.it
Le fotografie di questa sezione sono dell’arch. Maria Grazia Mura, Firenze
Bibliografia e sitografia
‘IL QUADERNONE’ della via Clericetti, giornale a cura della scuola
Sull’architettura delle scuole Waldorf
‘Pedagogia Waldorf’, Catalogo dell’esposizione per la 44 sessione del congresso internazionale per l’educazione dell’UNESCO a Ginevra, editore Freunde der Erziehungskunst Rudolf Steiners e.V., Stuttgart, 1998
‘Waldorfschulen, schulbau fur das neue jahrtausend’, numero monografico della rivista ‘Mensch + architektur’, n. 30/31, 12/1999, del Forum Internazionale Uomo e Architettura (in tedesco e inglese)
Carlgren, Frans; Klingborg, Arne, Educare alla libertà, Filadelfia, Milano, 2000
Galanti, Giovanni, Leggere Rudolf Steiner, su “Bioarchitettura”, n. 21, dic 2000
Mazzoni, Patrizia; Bini Alessandro, L’architettura che vive, su “Bioarchitettura”, n. 26, dic 2001 (con ampia bibliografia)
‘Architektur der Wandlung’ numero monografico (dedicato al congresso internazionale tenutosi nel 2000 a Dornach, Svizzera) della rivista ‘Mensch + architektur’, n. 35/36, 03/2001, del Forum Internazionale Uomo e Architettura (in tedesco e inglese)
Chistolini, Sandra, a cura di, Nella libertà educare alla libertà, Documenti della manifestazione internazionale di Bologna del gennaio 2000, Edizioni Pensa Multimedia, Lecce, 2001
Steiner, Rudolf, Educazione del bambino e preparazione degli educatori, Editrice antroposofica, Milano, 2002
Bibliografia essenziale sull’impulso dato da Rudolf Steiner verso l’architettura (si ringrazia l’arch. Stefano Andi)
Steiner, Rudolf, Linee fondamentali di una gnoseologia della concezione goethiana del mondo, in “Saggi filosofici”, Editrice antroposofica, Milano, 1990
Steiner, Rudolf, Verso un nuovo stile architettonico, Editrice antroposofica, Milano, 1979 (esaurito e ristampato sotto il titolo di: E l’edificio divenne uomo, Editrice antroposofica, Milano, 1999)
Steiner, Rudolf, L’arte alla luce della saggezza dei Misteri, Editrice antroposofica, Milano, 1987
Biesantz Hagen, Klingborg Arne, Il Goethenaum. L’impulso di Rudolf Steiner nell’architettura, Edizioni ‘Il capitello del sole’, 1992
Leti Messina, Vittorio, L’architettura della libertà, editrice L.U.Japadre, L’Aquila 1976 (esaurito)
Day, Christopher, La casa come luogo dell’anima, Edizioni RED, Como, 1993
Goethe, Wolfgang, La teoria dei colori, Editrice ‘Il Saggiatore’, 1980
Steiner, Rudolf, L’essenza dei colori, Editrice antroposofica, Milano, 1992
Steiner, Rudolf, Storia dell’arte, specchio di impulsi spirituali, I II III IV V, Editrice antroposofica, Milano, 19921997
Steiner, Rudolf, L’edificio di Dornach, Editrice Arcobaleno, Oriago di Mira (VE), 1989
Leti Messina, Vittorio, Rudolf Steiner architetto, editrice ‘Testo e immagine’, Torino 1996
Andi, Stefano, Spunti di storia spirituale dell’architettura moderna, in “Rivista di Antroposofia”: nn. 21992; 31992; 11993; 51993; 61993; 41994; 51994; 11995; 21995; 51995; 61995;11996; 51996; 61996; 11997-1998-1999-2000)
Autori Vari, Architettura, design, natura, Edizioni Nuove Iniziative, Milano 1996
Autori Vari, Un architettura per l’uomo. Incontri introduttivi all’architettura organica vivente, 30 conferenze e tre laboratori artistici, a cura del ‘Forum Internazionale Uomo e Architettura, Sezione Italiana/Gruppo di Milano di Architettura Organica Vivente (Ediz. Dattiloscritta)
Steiner, Rudolf, Arte e conoscenza dell’arte, Editrice antroposofica, Milano, 1998
Steiner, Rudolf, La missione universale dell’arte, Editrice antroposofica, Milano, 1999
Rivista notiziario del Forum Internazionale Uomo e Architettura (in tedesco e inglese)
Andi, Stefano, Architettura organica, in ‘Dizionario dell’abitare naturale’, di Maurizio Corrado, Xenia Edizioni, 2001
Andi, Stefano, Una nuova architettura per l’educazione alla libertà, in ‘Nella libertà educare alla libertà, Documenti della manifestazione internazionale di Bologna del gennaio 2000, Edizioni Pensa Multimedia, Lecce, 2001
Andi, Stefano, Architettura organica vivente: un ritratto, su ‘L’Architettura Naturale’, mar 2004, numero monografico dedicato all’architettura organica vivente.
Movimento Antroposofico in Italia
www.rudolfsteiner.it
Federazione delle Scuole Rudolf Steiner in Italia
www.educazionewaldorf.it
European Council for Steiner Waldorf Education
www.steinerwaldorfeurope.org
Una scuola dove le materie intellettuali, artistiche e pratiche hanno lo stesso peso nel concorrere allo sviluppo di una personalità armonica e completa
Tipologia: Studio di caso